Le comunità energetiche sono oggi al centro dell’attenzione, proposte sotto l’occhio dei riflettori dalla crisi energetica, dalla crescente sensibilità verso il tema sostenibilità e dagli incentivi che le rendono molto attraenti anche sotto il profilo economico. Percepite spesso come un semplice potenziamento del rendimento di investimento, sono nate invece come incentivo al cambio di paradigma che porta con se il fotovoltaico: l’autoproduzione dell’energia elettrica.
Nonostante la normativa sia sperimentale e alcuni dettagli fondamentali siano ancora in fase di recepimento la Torri Solare ha definito una struttura precisa che propone ai clienti imprese e amministrazioni.
La proposta. «La nostra proposta – sostiene Michele Torri, titolare della ditta Torri Solare – nasce dalla considerazione che questi nuovi attori devono avere un’identità e uno scopo preciso definito da un rinnovato rapporto tra imprese, cittadini e amministrazioni e come sempre l’efficacia nel tempo di queste iniziative dipenderà dalla solidità della struttura creata.
A questo scopo la nostra proposta parte dallo studio delle condizioni e dal contesto prima di arrivare alla costituzione della comunità e prevede anche la progettazione del futuro mantenimento. Attraverso questo modello di Comunità energetica sarà possibile mettere in relazione costante imprese, privati e amministrazioni che producono energia da fotovoltaico in surplus rispetto alle proprie esigenze con i consumatori all’interno della comunità con un modello che tende all’autosufficienza a km zero.
Ci consideriamo promotori del tema sostenibilità ma sosteniamo anche che le imprese hanno bisogno di tempo e risorse per affrontare le turbolenze di questa epoca e le sfide proposte in nome della transizione green, che non deve essere una “rincorsa” come spesso viene proposto ma un cambiamento tecnologico solido e sostenibile anche per l’uomo».
Fonte: Giornale di Brescia
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