Meccanismi incentivanti e mercato radiografia del settore fotovoltaico

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Giornale di Brescia, 28/06/2020

L’approfondita analisi di Michele Torri, presidente di Torri Solare.

Da una parte il legislatore deve dare istruzioni precise e dall’altra il mercato deve recepirle e aggiustare i propri meccanismi orientandoli ad un equilibrio tra domanda e offerta che speriamo sia virtuoso e non semplicemente speculativo.
Cosa significa? Lo domandiamo a Michele Torri, presidente di Torri Solare, gli artigiani del fotovoltaico, il marchio di pannelli fotovoltaici nato nel 2007 a Brescia.

«Significa che in funzione delle regole, che stiamo ancora aspettando e speriamo siano pubblicate almeno entro l’inizio di luglio, avremo da affrontare un certo tipo di mercato. La probabilità che il settore lasci spazio a grandi speculazioni è elevata. Lo dico con l’esperienza di un imprenditore che ha vissuto la prima ondata di incentivi dei vari “Conto Energia” dal 2007 fino al 2012».

La “bolla”.
Un’euforia diffusa, grandi numeri e ambizioni di margine: «Grandi prospettive che però non arrivavano oltre la punta del naso – sottolinea Torri -. La forte domanda stimolò la nascita di un fiume di piccole imprese attratte dal guadagno facile e attirò l’attenzione di tutti i competitor globali. L’Italia fu il mercato di riferimento a livello globale per investitori, aziende multinazionali e speculatori finanziari per almeno quattro anni. Tutte entità che, con la fine degli incentivi, hanno lasciato solo macerie dopo aver incamerato utili per quanto possibile. Il mercato rimasto dopo il contraccolpo ci ha impiegato anni a stabilizzarsi e a diventare quello che è attualmente. La nostra storia di impresa è ovviamente diversa e si radica su valori completamente diversi. Basti pensare che abbiamo progetti di investimento, avviati prima della notizia degli incentivi, che riguardano l’installazione di nuovi impianti di produzione e un laboratorio tecnologico per analisi sui pannelli fotovoltaici».

Il sistema incentivante.
Gli incentivi, lo dice il termine stesso, devono incentivare. La domanda è: cosa?
«La risposta nel 2020 credo sia diversa da quella che avrei dato nel 2007. Allora avrei detto: la nascita di una filiera industriale in Italia. In effetti ci sentivamo parte di una filiera appena nata. Oggi che siamo un’impresa matura e con esperienza, la mia opinione è che il sistema incentivante debba stimolare lo sviluppo sostenibile e quindi consentire alla società di intraprendere una strada sempre più ecologica, autosufficiente e sostenibile per l’ambiente. Serve lungimiranza e prospettiva per ottenere questo risultato, ma è proprio questa l’alternativa ad un mercato speculativo. Installare impianti fotovoltaici ed effettuare interventi di efficientamento energetico sostanzialmente a esborso zero significa dare a tutti la possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita e l’impatto sul vivere quotidiano.
È una manovra finanziaria che stimola l’economia ma senza un fine a lungo termine e più elevato rischia di rimanere un secchio di denaro lanciato in alto e che l’abbia vinta il più ingordo tra tutti».

Un sistema virtuoso.
«La professionalità degli interlocutori presenti sul mercato dovrà essere il perno per realizzare questo sistema virtuoso. A mio parere la speranza di non cadere negli stessi errori del passato é racchiusa nelle qualifiche sempre più elevate richieste ai professionisti e alle aziende che operano in questo mercato . É necessario che tutti alzino l’asticella e il nostro territorio è habitat fertile di professionisti e imprese capaci di farlo. Parlo alle figure degli architetti, certificatori energetici, progettisti e termotecnici, delle aziende artigiane. Ho la presunzione di leggere tra le righe del decreto e degli interventi che il futuro sarà sempre più specializzato e qualificato. E allora ben venga la necessità della qualifica energetica degli edifici, per esempio. Alla luce di tutto questo, ben vengano le norme sempre più verticali per i professionisti e per le imprese che vogliono operare in questo mercato. E ben venga l’intreccio di competenze trasversali che a mio parere faranno emergere nuove figure professionali ancora più evolute e più preparate.
Alcune figure e imprese non resteranno al passo con i tempi – conclude Michele Torri -. Altre sapranno innovare ed aumentare le competenze specifiche e, così facendo, contribuiranno a migliorare le nostre condizioni di vita».

 

 

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